C’erano una volta le uova colorate con le cipolle – marzo 2012

Laboratorio con i bambini del catechismo, classe seconda elementare

In collaborazione con le catechiste che preparano spiritualmente i bambini della seconda elementare, è stato organizzato un incontro all’insegna delle tradizioni e dei ricordi della Pasqua di una volta.

C’erano una volta le uova colorate con le cipolle

Cari bambini, vi raccontiamo con piacere alcuni ricordi
della Pasqua di una volta, quando noi eravamo piccoli come lo siete voi adesso.

Pasqua era una festa di vera gioia perché la natura si risvegliava con fiori, profumi e colori. Ci sentivamo più buoni perché le nostre mamme ci spiegavano che Gesù ci ha insegnato ad amare il prossimo e ad essere gentili con tutti.Volevamo essere come lui.

Nelle nostre case, in cucina o sopra la testata dei letti, non mancava mai il ramo di ulivo, benedetto il giorno della
domenica delle Palme, donato alle famiglie come quello portato dalla colomba in segno di pace agli uomini.A partire dalla mattina del giovedì Santo le campane della chiesa tacevano per due giorni, in attesa della Risurrezione di Gesù.Il Sabato Santo, la vigilia di Pasqua, era tutto dedicato ai preparativi per l’imminente festa, e a tarda notte ci si ritrovava in chiesa per celebrare la Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo. A mezzanotte le campane suonavano a gran festa.La domenica di Pasqua la famiglia felicemente si riuniva intorno al tavolo per il gran pranzo pasquale, dove c’erano tanti bambini perché le famiglie avevano molti figli, anche dieci. Avevamo molti fratelli con cui giocare.Il nonno, il giorno di Pasqua ci raccontava la storia del pettirosso, un uccellino dalle piume macchiate di rosso. Questa storia raccontava che “Un uccellino, vedendo Gesù che soffriva, sentì tanta pietà per Lui. Gli si avvicinò e cercò di consolarlo, poi tentò di portargli aiuto e, col becco tolse alcune delle spine che lo torturavano. Le piume dell’uccellino caritatevole si macchiarono di rosso.L’uccellino conservò, come prova di amore, quelle gocce di sangue sul suo cuoricino. Gli uomini vedendolo lo chiamarono «pettirosso».
Ancora oggi tutti gli uccellini che appartengono alla famiglia dei pettirossi hanno sul petto qualche piumetta rossa”.Quando il nonno ci raccontava le storie era per noi un momento veramente magico.Noi bambini ci divertivamo anche a prendere le uova nei pollai dove c’erano tante galline. Le uova rappresentavano un segno di buon augurio, e per questo le regalavamo alle persone a cui si voleva bene.Anche voi bambini ricevete a Pasqua le uova dalle persone che vi vogliono bene, solo che le vostre sono fatte di cioccolato. Noi non avevamo le uova di cioccolato ma utilizzavamo quelle vere, che venivano lessate dalla mamma nell’acqua bollente. Quando l’acqua bolliva si aggiungevano dei materiali per colorare le uova: caffè per far diventare il guscio marrone, bucce di cipolla per colorarle di arancione, erba per farle diventare verdi. Le tinte rappresentano i colori della primavera e la luce del sole.
Numerosi erano i giochi fatti con le uova che divertivano adulti e bambini: come quando si scavava uno scivolo nel terreno e, a turno, si faceva scivolare il proprio uovo sodo. Quello colpito e rotto diventava di proprietà del più abile lanciatore. Oppure si giocava a colpire l’uovo con una moneta da dieci centesimi, lanciata da una certa distanza con l’intento di rompere il guscio dell’ovetto. Oppure mamma e papà nascondevano le uova nel giardino e noi bambini ci divertivamo a cercarle. Consigliamo anche a voi, cari bambini, di provare questi giochi con le uova assieme ai vostri genitori, fratellini o amici: erano giochi semplici ma molto, molto divertenti!