Progetto scuola elementare 2010- 2011

Con il progetto “Percorso ad immagini”, realizzato attraverso la collaborazione della Residenza Santa Margherita e la Scuola Primaria di Villanova, si è voluto instaurare uno scambio relazionale e comunicativo tra anziani e bambini, attuato per mezzo della presentazione della storia di Ilio, un racconto verosimile scritto raccogliendo le testimonianze degli anziani riguardo la loro infanzia.

Nel racconto Ilio, un bambino vissuto nel lontano 1910, descrive una realtà faticosa per un giovane, ma per alcuni aspetti molto bella: per la tanta fantasia nei giochi, per il senso di solidarietà e di allegria nel vivere in famiglie numerose assieme a tanti fratelli, per il piacere di entusiasmarsi di fronte alle piccole cose.

In un primo incontro gli ospiti hanno letto la storia ai bambini, mostrando loro anche delle foto di vita passata per meglio rendere l’impressione del contesto, confrontandosi successivamente con reciproche domande e riflessioni.

Durante una seconda visita i bambini hanno realizzato, assieme alle indicazioni degli anziani, dei disegni a tema in cui hanno rappresentato la realtà di un bambino del passato: la casa, i giochi, la scuola, la guerra, la vecchiaia, il lavoro, il tempo libero, il lavoro delle donne.

Gli obiettivi degli incontri sono stati la realizzazione di un confronto intergenerazionale, la valorizzazione del sé degli anziani, la motivazione all’espressività dei bambini, che hanno appreso dall’esperienza degli ospiti elementi del tempo passato.

Le opere eseguite dai bambini sono esposte nel parco della struttura, dove è stato costruito un percorso ad immagini osservabile da ospiti, familiari e visitatori durante le passeggiate, rendendo sicuramente più piacevole il tragitto dal punto di vista visivo.

Doverosi e sentiti i ringraziamenti alla classe V^A della Scuola Primaria di Villanova e alle loro insegnanti, le maestre Villotta Annalina, Lena Bernardina e Pessa Laura (presente come volontaria), che hanno partecipato con entusiasmo e spirito di collaborazione al progetto proposto.

Grazie quindi agli artisti autori dei disegni che sono:
Battiston Sara, Bon Lisa, Buson Ambra, Cristea Lauracristina, Durizzotto Sasha, D’Urso Christian, Gemma Alessia, Lena Nicole, Minighin Marco, Pasian Thomas, Poletti Francesco, Stefanello Aurora, Zanetti Francesco

Il direttore
Bertrand Barut

Le educatrici professionali
Stefania Colla e Roberta Vidus Rosin

 

Siamo partiti dal racconto realizzato raccogliendo l’esperienza personale degli ospiti durante gli incontri della “Redazione del Boccolo”, il giornalino della struttura: La storia di Ilio

Ilio è un bambino nato nel1930 inun paese della campagna veneta, i suoi genitori sono dei braccianti agricoli.

Abita in una casa detta colonica, cioè un’abitazione molto grande con di fronte un’aia, ovvero una vasta zona dove i contadini fanno i pagliai di fieno, trebbiano il grano, fanno le merende e le feste, e dove i bambini giocano.

A lato della casa c’è una stalla con sopra a questa costruito un fienile.

Il proprietario della casa è un ricco signore che possiede tanti campi, che il papà di Ilio lavora con l’aiuto dell’intera famiglia, comprese le donne e i bambini.

Il vero nome di Ilio è Terzilio, perché i suoi genitori, avendo tanti figli, decisero che era più semplice chiamare ciascuno con l’ordine di nascita.

E così sono arrivati Primo, Seconda, Terzilio, Quarto, Quintilia, Sestilio… tanto che l’ultimo nato lo chiamarono Ultimo!

Con i suoi tanti fratelli Ilio non si sente mai solo, gli piace aprire gli occhi al mattino svegliato da Sestilio che gli saltella allegramente nel letto.

Ilio e altri bambini della borgata fanno tanti giochi di fantasia. Nell’aia e sulla strada, prima di iniziare il gioco, fanno la “conta”, che serve per scegliere il bambino che deve iniziare. Una conta è:

“Piova piova vien

Che te voio tanto ben

Che te voio tanto mal

Piova vien sul canal”

Ciascun bambino freme per iniziare per primo, soprattutto nel gioco del cibè, in cui con un bastone colpisce la punta di un pezzo di legno, posto sopra ad un sasso, in modo da farlo volare più lontano possibile.

Vince chi lancia il legno più lontano.

Con molta inventiva e materiale da recupero, gli amici costruiscono fionde, principalmente per cacciare gli uccelli: basta trovare un ramo forcuto, due elastici ricavati dalle camere d’aria delle ruote delle biciclette, un pezzetto di pelle ricavato da scarpe abbandonate.

Ogni bambino possiede un cerchio, costituito da un cerchione di bicicletta. Il cerchio viene mosso attraverso un’asta di metallo e la bravura dei bambini consiste nel saper guidare bene il cerchio, anche ad una certa velocità.

Altro passatempo per Ilio sono gli zufoli, ovvero dei pezzi di canna svuotati e dotati di fori che, chiusi o aperti con le dita, emettono suoni di varie tonalità.

Non potendo permettersi un vero pallone, di fatto i bambini costruiscono dei palloni pressando carta di giornali o vecchi stracci, fino a farne assumere la forma di una sfera. Per fare mantenere questa forma ed evitare che la carta ceda, avvolgono dello spago attorno, come fosse un gomitolo.

Rami o piccoli cumuli di pietra fungono da pali delle porte.

I bambini più grandi hanno il dovere di badare ai più piccoli, perché i giochi spesso sono pericolosi, come quando Quintilia, la sorella minore di Ilio, durante il gioco del cibè perse la vista ad un occhio, dopo essere stata colpita dal legno fatto volare a gran velocità!

Il papà di Ilio costruisce i giochi per i suoi figli durante le sere in cui fa freddo, seduto su una panca dentro alla stalla, assieme a tutta la famiglia, contenti del bel caldo prodotto dal fiato delle mucche.

La mamma, con gli avanzi delle stoffe, prepara bellissime bambole di pezza dalla folta chioma di capelli realizzati con il filo di lana.

Durante l’inverno la stalla diventa un vero posto di ritrovo: dopo cena Ilio e la sua famiglia vi si trasferiscono, gli uomini fanno cesti con i vimini, le donne rammendano, oppure si gioca a carte.

Spesso lo zio racconta storie meravigliose ambientate tra i boschi popolati da esseri fantastici, ma anche racconti paurosi che terrorizzano i bambini, impressionati dai fratelli più grandi che creano ombre mostruose con la scarsa luce riflessa dalla lampada a petrolio!

Per la paura i bambini si attaccano alle gambe dei genitori mentre ritornano in casa per andare a dormire, per fortuna i letti sono ampi e accolgono anche tre-quattro bambini, che si scaldano stando vicini, soprattutto durante il periodo della merla, a fine gennaio, quando la temperatura si abbassa così tanto che l’acqua dei canali diventa ghiaccio.

Il nonno di Ilio ha raccontato ai nipoti una leggenda, secondo la quale i merli in origine erano bianchi.

Per ripararsi dal gran freddo, una merla e i suoi pulcini si rifugiarono dentro un comignolo, dal quale uscirono il primo di febbraio, tutti neri a causa del fumo prodotto dal fuoco. Da quel giorno tutti i merli furono neri.

Prima di addormentarsi Ilio pensa sempre alla merla, felice di saperla al caldo assieme ai suoi cuccioli all’interno del caminetto, un pò come lui e i suoi fratelli, che nel loro lettone stanno tutti rannicchiati, sprofondati nei cuscini riempiti di soffice piuma d’oca!

La casa di Ilio quindi è senza riscaldamento, senza luce elettrica e senza acqua corrente!

Però, una stanza in cui fa sempre un bel caldo c’è: la cucina, in cui si trova una bella stufa a legna e un caminetto con all’interno appeso il paiolo, cioè un contenitore di rame usato tutti i giorni per cuocere la polenta, le verdure e la pasta.

Per alimentare il camino i ragazzi hanno il compito di andare a cercare la legna: fascine trovate per strada, oppure recupero di cespugli lungo i fossi.

A casa di Ilio c’è sempre farina in gran quantità, ingrediente fondamentale per fare anche il pane. La mamma impasta il pane ogni quindici giorni e lo porta a cuocere di notte dal fornaio. Ilio l’accompagna sempre, gli piace molto sentire il profumo del pane cotto.

La farina si ricava dal grano, che il papà di Ilio coltiva nei campi. Prepara la terra per la semina del grano a settembre, conducendo l’aratro con le mani, trainato a sua volta da una coppia di buoi.

Anche Ilio partecipa alla semina del grano, spargendo i granelli sulla terra arata.

Quando a giugno il grano diventa maturo per la raccolta, il papà di Ilio effettua la mietitura manualmente, utilizzando la falce: è un lavoro molto faticoso!

Durante le sere d’estate, seduti sull’aia, i bambini aiutano a sgranare il granoturco e si divertono a sprofondare nella montagna di chicchi.

Il grano viene poi portato al mulino, dove Ilio e suo fratello maggiore rimangono in coda con i sacchi di grano ad attendere il proprio turno.

Ilio svolge tanti lavori di aiuto alla sua famiglia, è un dovere dal quale nessun fratello può esimersi! A sei anni compiuti il compito è di sorvegliare i fratelli più piccoli e di portare al pascolo le oche e i tacchini, facendo attenzione che non becchino l’uva matura, sospesa tra i filari.

Durante la bella stagione, ad Ilio piace particolarmente il lunedì, giornata in cui nel pomeriggio accompagna sua madre al lavatoio pubblico per fare il bucato.

Raggiungono a piedi due grandi vasche di cemento poste vicino alla piazza, colme d’ acqua freschissima proveniente da una pompa. Ilio aiuta la mamma trasportando i panni in una carriola.

Gli piace trascorrere il pomeriggio assieme alla mamma e alle altre donne del paese che, nonostante la fatica di rimanere con la schiena curva a lavare, chiacchierano allegramente delle loro famiglie e di quanto accaduto in paese nell’ultima settimana.

Le donne sono sempre gentili con lui e gli regalano delle cara melle quando trasporta il loro bucato con la sua carriola.

Il periodo più bello per Ilio rimane l’inizio della scuola.

La scuola inizia ad ottobre, subito dopo la festa dell’uva, una festa molto importante per la famiglia di Ilio, dove i bambini si divertono a pestare gli acini con i piedi nudi, contribuendo alla produzione del vino!

Poichè la scuola dista circa sei kilometri da casa, Ilio ha a propria disposizione una delle biciclette di famiglia, solitamente sempre impegnate per gli adulti.

Parte al mattino portando in spalla la sua cartella di cartone carica di un quaderno, un sussidiario e un astuccio di legno, materiale che custodisce gelosamente e tratta con cura.

Gli piace scrivere con il pennino, che ha imparato ad intingere nel modo giusto nel calamaio, cioè ponendo attenzione a che non goccioli troppo inchiostro.

Andare a scuola diventa una vera fatica durante l’inverno, quando a causa del freddo a Ilio vengono i geloni ai piedi e alle mani.

In classe c’è una stufa e ogni bambino porta a turno un legno per riscaldare l’ambiente.

La mamma, prima che Ilio parta con la bicicletta ogni mattina, gli dà dei sassolini precedentemente scaldati nella cenere calda del caminetto, avvolti in un pezzo di carta: in questo modo Ilio ha qualcosa di caldo da tenere in tasca per scaldarsi le mani, ed è un vero piacere!

Meno piacere fanno le punizioni della maestra per le marachelle combinate o per i quaderni disordinati, macchiati di inchiostro, fogli con le orecchie. La cosa che Ilio teme di più è di restare in piedi dietro la lavagna per un’ora intera, oppure le bacchettate alle mani…per questo sta ben attento a non essere ripreso!

Sicuramente il mondo di Ilio era faticoso per un bambino, ma per alcuni aspetti molto bello: per la tanta fantasia nei giochi, per il senso di solidarietà e di allegria di vivere in famiglie numerose assieme a tanti fratelli, per il piacere di entusiasmarsi di fronte alle piccole cose.

Forse non ne esiste un tempo di migliore tra il tempo passato e quello attuale, vi auguriamo solo di apprezzare tutto ciò che ora avete, facendo tesoro della capacità di Ilio di amare la sua vita, nonostante i sacrifici quotidiani che doveva affrontare!

 

Un pensiero degli ospiti

Carissimi bambini,

è stato un vero piacere trascorrere il tempo in vostra compagnia, siete stati educati, attenti, divertenti e molto abili nell’esprimere le vostre idee attraverso il disegno!

Abbiamo scorto la curiosità nei vostri bei visi e ci è piaciuto conversare traendo spunto dal racconto di Ilio. Ci avete ricordato la spensieratezza della fanciullezza e liberato la mente dai pensieri che a volte ci portano a non essere positivi.

Vi auguriamo di mantenere sempre la capacità di gioire di fronte alle cose più piccole, rimanendo curiosi verso il mondo e.. maturando la giusta pazienza per affrontarlo!

I “nonni” della Residenza Santa Margherita

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